La tradizione spirituale delle Ande del Perù
KAUSASAY PURIY camminare nel cosmo vivente
28 e 29 Settembre
Conduttore Peppino Roberto Sarti
Cos’è il Kàusay Pùriy?
Kàusay Pùriy è il cammino che un praticante della tradizione andina percorre durante tutta la propria vita apprendendo a fluire con l’energia vivente nella realtà fisica e metafisica, al fine di far germogliare e crescere il proprio “Seme dell’Inca” cioè i propri talenti e qualità.
Fondamenti teorici
Nel corso dei secoli la nostra cultura ha perso il valore del percepire / sentire, rifugiandosi in un razionalismo scisso dal valore del corpo, del “dentro”, delle emozioni e delle sensazioni. In questo senso il mondo andino, basando la propria tradizione proprio sugli aspetti carenti per noi occidentali, fornisce una serie di pratiche energetico-spirituali che possono essere facilmente integrate.
Il risultato di tale integrazione è il miglioramento della qualità della nostra vita poiché nella tradizione culturale delle Ande non vi è scissione tra il sacro e il materico, tra lo spirito, la psiche ed il corpo.
La qualità di energia, o campo di energia, proprio di ogni forma del creato si chiama poqpo e ogni aspetto del creato ne possiede uno, esseri umani inclusi.
Ogni essere umano è inoltre possessore di “inka muju” cioè di un “seme dell’inka”. Inka era il titolo riservato all’imperatore nel XVI secolo e può essere considerato sinonimo di illuminato. Secondo la tradizione andina quindi ogni essere umano ha dentro di sé le potenzialità che, se adeguatamente sviluppate, possono portarlo a raggiungere il livello di un Cristo o un Buddha, un illuminato appunto. Il seme dell’inca può essere definito come le potenzialità presenti in ogni essere umano.
L’intenzione è il fattore che, secondo la tradizione, è in grado di muovere l’energia, il kausay. Aseconda del suo stato dinamico, cioè a seconda che questo fattore sia o meno in movimento, il kausay prende il nome di samy o jucha. Samy significa nettare, quindi un fattore fine o gradevole e la tradizione lo identifica come energia in movimento, fluida come l’acqua di un torrente. Jucha significa pesante, stantio, fermo ed è traducibile come energia bloccata, trattenuta, immobile.
La tradizione andina ubica nel corpo umano una serie di centri che in quechua sono chiamati ňawi e che letteralmente significa occhio. Si tratta di una serie di punti posti in differenti zone del corpo, che hanno il compito di porre in relazione l’individuo ad una particolare qualità energetica o ad una specifica funzione.
Cosa imparerò praticamente in questo corso?
Lo scopo di questo seminario è fornire ai partecipanti un punto di vista differente sulla realtà rispetto a quello occidentale, ma tuttavia integrabile con quest’ultimo. Nel corso dei secoli la nostra cultura ha perso il valore del percepire / sentire, rifugiandosi in un razionalismo scisso dal valore del corpo, del “dentro”, delle emozioni e delle sensazioni. In questo senso il mondo andino, basando la propria tradizione proprio sugli aspetti carenti per noi occidentali, fornisce una serie di pratiche energetico-spirituali che possono essere facilmente integrate.
Il risultato di tale integrazione è il miglioramento della qualità della nostra vita poiché nella tradizione culturale delle Ande non vi è scissione tra il sacro e il materico, tra lo spirito, la psiche ed il corpo. Il lavoro con le tecniche energetiche andine produce un miglioramento della relazione tra il dentro ed il fuori dando come conseguenza l’aumento del livello di benessere percepito, il miglioramento della qualità delle relazioni interpersonali, l’incremento della capacità lavorativa.
In questi due giorni di lavoro verranno condivise nello specifico una serie di pratiche che hanno come obiettivo quello di innescare nei partecipanti quello che Carl Gustav Jung definisce “Processo di individuazione”, cioè lo sviluppo della natura e delle potenzialità intrinseche dell’essere umano attraversando quegli strati non conosciuti (inconsci) di sé. Le pratiche che verranno condivise potranno facilmente diventare parte del set di strumenti che i partecipanti potranno utilizzare autonomamente nella propria vita quotidiana per proseguire il proprio lavoro su di sé.
Per maggiori approfondimenti sulla tradizione andina
- tawantin.it
- Il seme dell’Inca di Roberto Sarti Edizioni del Cigno
Programma del seminario
- La cosmovisione andina
- le pratiche di base della tradizione (samynchakuy e saiwachaqui), il collegamento col cielo e con la terra e la costruzione del proprio “axis mundi”
- il seme dell’inka ovvero la qualità divina nell’essere umano; sviluppare le potenzialità e manifestarle
- l’attivazione energetica dei centri energetici nel corpo umano ed il loro collegamento con le forze della natura (acqua, terra, sole, vento)
- l’attivazione energetica della colonna vertebrale (kurku)
- il rituale di germinazione del proprio seme dell’inka (phutuy)
- sviluppare le relazioni tra maschile e femminile (masintin – yanantin)
- la ricapitolazione energetica della propria storia personale, la riparazione dei nostri traumi e la nascita (wachay)
- sviluppare la relazione con il proprio sé attraverso l’ordinamento dei nostri fattori interni (tawantin)
Note sul conduttore
Roberto Sarti
Coach personale, ricercatore e formatore. Sono nato a Roma nel 1966 e, a seguito di una serie di esperienze con il cristianesimo e l’induismo, ho incontrato nel 1997 don Juan Nuñez del Prado, maestro di quarto livello della tradizione andina e ne sono diventato allievo e organizzatore dei suoi eventi in Italia. Dal 2000 ho studiato e ricevuto l’iniziazione da altri maestri andini quali Don Mariano Apaza, Don Umberto Sonqo e sua moglie Doña Bernardina, don Francisco Apaza, don Martin Quispe, don Lorenzo Ccapa e doña Zenovia Machaga, tutti maestri di quarto livello della nazione Q’Ero, la comunità indigena del Perù che più ha mantenuto l’integrità degli insegnamenti della tradizione incaica. Dal 2002, condivido gli insegnamenti ricevuti, tenendo conferenze e seminari, in aula ed in siti archeologici, in Italia e all’estero, oltre a guidare gruppi nei più importanti siti sacri della zona di Cuzco (Perù).Nella mia ricerca ho unito quanto appreso sulle Ande con le conoscenze occidentali di psicologia, fisica quantistica, antropologia culturale, cristianesimo, induismo e bioenergetica. Nel 2007 ho scritto il libro “Il seme dell’inca” (ed. Del Cigno) al fine di condividere quanto appreso dai miei maestri. Ho inoltre frequentato un master di “Assessment emotivo-comportamentale nelle relazioni di aiuto” con la Dottoressa Erica Poli integrandone le conoscenze nel mio sistema di lavoro. Da 20 anni ricevo nel mio studio e via web, lavorando privatamente in relazioni d’aiuto.